Dopo la
buona esperienza romana, per scelte e nel metodo democratico, di quella
pessima a Milano penso che il m5s dovrebbe dotarsi di regole chiare precise ed
uniformi in tutte le città evitando altri errori e la solita improvvisazione.
Un candidato
sindaco dovrebbe avere buone competenze generali di base e grandi
capacità organizzative e di coordinamento ma non solo, dovrebbe dimostrare un
minimo di cultura generale nei vari settori e capacità di comunicazione.
Dopo una
prima selezione locale, credo sia opportuno che tutta la base iscritti a
livello nazionale dovrebbe poter decidere( almeno nelle grandi
città) e non 4 gatti a livello locale che, pur conoscendo meglio la realtà del
luogo, possono essere fuorviati da sentimenti di amicizia personali o
altro.
Tante teste
pensano meglio di poche, e la democrazia è fatta anche di numeri. Inoltre, i
candidati dovrebbero presentare le proprie idee sul modello che si vuol
perseguire, sui programmi e priorità sul metodo di lavoro ecc.
A me sembra il
minimo della serietà se davvero si vuole vincere e governare. Vedo troppe
rigidità e disattenzione ad affrontare queste questioni fondamentali e ad
introdurre correzioni necessarie.
In
conclusione, credo che il “ Direttorio” dovrebbe adoperarsi per
definire delle regole ed un metodo comune e trasparente, da
seguire almeno a livello regionale e nelle grandi città, che a mio
parere dovrebbe basarsi su questi criteri:
-far
votare, almeno nei grandi centri urbani, tutti gli iscritti al m5s, anche
per le elezioni locali, magari su una preselezione di candidati proposti dai
gruppi locali,
- ogni
candidato dovrebbe presentarsi indicando curriculum, competenze ed esperienze,
-sarebbe
il caso anche di indicare i criteri di selezione che secondo me dovrebbero
basarsi appunto su: capacità di organizzare e coordinare del candidato,
conoscenze e competenze nei vari settori, linee guida di un programma e modello
che si vuole costruire in quella città o comune. Presentazione da fare
attraverso anche un video per permettere agli scritti di valutare anche le sue
capacità comunicative.
-criteri collegiali di controllo approfonditi, sui collaboratori esterni e
componenti della squadra, per evitare le sempre più probabili
infiltrazioni, come il caso Quarto dimostra.
La
precondizione di tutto questo,ma anche per la costruzione di programmi
alternativi completi, è quella di organizzarsi e coordinarsi meglio in
rete e sul territorio, attraverso luoghi di incontro e soprattutto con la messa
in campo finalmente di una piattaforma di proposta, con forum e blog di
supporto, e voto dove si realizzi davvero una reale democrazia diretta e
partecipazione dal basso dell’intelligenza collettiva.
In attesa di Rousseau si potrebbe utilizzare ad es. Parelon, già in sperimentazione,
meglio se supportata da un forum di pre-discussione, crescita culturale
democratica ed approfondimento secondo quanto vado proponendo( invano) da
anni con un progetto:
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